Capitolo settimo

La psicologia del sogno

I. I SOGNI PROTETTORI DEL SONNO

Freud considerò sempre la sua teoria dei sogni come la parte più fondata della psicoanalisi. Lo ha confermato il fatto che tale teoria in seguito è stata cambiata di poco, sia da lui che dai suoi seguaci. Essa rimane valida in tutti i suoi particolari e nei suoi elementi, ed è stata comprovata da lunghe osservazioni.

Sebbene i sogni abbiano sempre affascinato la fantasia popolare e attirato l'interesse dei letterati, essi sono stati negletti dalla scienza. Esistono tre teorie principali del sogno. La prima è la teoria prescientifica corrente nel mondo antico che attribuiva ai sogni un significato soprannaturale. I saggi, dai sogni, potevano predire l'avvenire.

Le altre due teorie sono scientifiche nel loro tentativo di spiegare i sogni, prendendo come base altri fenomeni già noti.

La teoria fisiologica afferma che i sogni non hanno un significato psicologico, ma sono il risultato di un'attività rudimentale della corteccia cerebrale, che riflette incoerentemente le impressioni del giorno precedente.

La teoria psicologica considera i sogni quali prodotti della immaginazione e tenta di spiegarli psicologicamente.

La teoria psicoanalitica di Freud sui sogni appartiene a questo terzo gruppo. Nel suo libro Interpretazione dei sogni, egli dà pieno credito alla letteratura precedente, ma trae le proprie conclusioni dall'osservazione dei pazienti, prima di ascoltare le teorie altrui. In realtà, non ha imparato praticamente nulla dagli altri, sebbene in seguito abbia riconosciuto che Ives Delage, Scherner e alcuni altri hanno vagamente anticipato certe sue vedute. Nessuno prima di lui ha formulato una vasta teoria, capace di spiegare i sogni.

L'interesse di Freud fu indirizzato verso i sogni dai racconti dei suoi pazienti, ed egli ben presto riconobbe il valore che avevano per lo studio delle tendenze represse. Il suo lavoro clinico si era iniziato con l'ipnosi, e si avvide perciò come gli stadi di sonnambulismo somigliassero al sogno. Il suo libro sui sogni non può essere efficacemente riassunto in un breve estratto: deve essere studiato nell'originale. Il presente capitolo è stato scritto unicamente per preparare lo studioso a questo compito. Qui non verrà seguito l'ordine di presentazione tenuto da Freud, ma saranno prospettati i punti essenziali della teoria. L'uso terapeutico dei sogni verrà esposto nel prossimo capitolo sulla terapia.

Il fatto base circa i sogni, è che essi hanno la funzione di aiutare più che di turbare il sonno, e di impedire che il dormiente venga svegliato da stimoli interni. La funzione fisiologica del sonno è il riposo. Noi chiudiamo gli occhi per escludere lo stimolo ottico: non possiamo chiudere gli orecchi, e perciò cerchiamo la quiete; non ci interessiamo più al mondo esterno, e le nostre attività mentali si riducono al minimo. Tuttavia, non possiamo salvaguardarci da stimoli interni, quali ad esempio, una vescica gonfia, uno stomaco vuoto, la sete, la pressione di desideri insoddisfatti, la frustrazione, il senso di colpa e di preoccupazione. Tutto ciò, nonostante il nostro bisogno di riposo, continua a influire sulla nostra mente, ma i sogni tentano di ridurne gli effetti, perché il sonno possa prolungarsi. Tuttavia, non sempre i sogni riescono a proteggere il sonno.

1. I sogni come soddisfacimento di necessità fisiche

La funzione protettrice dei sogni può essere illustrata dal tipo di sogno più semplice, che soddisfa urgenze elementari, quali la fame e la séte. Il soggetto affamato o assetato sogna di mangiare o di bere, e mediante tale allucinazione raggiunge un appagamento temporaneo. Egli può continuare a dormire invece che svegliarsi per appagare queste necessità fisiologiche. Uno studente, stanchissimo, mette la sveglia alle sette antimeridiane, per essere a scuola alle otto. Si desta, ferma la sveglia, e decide di rimanere a letto ancora dieci minuti; si riaddormenta e sogna di essere occupato attivamente a scuola. Qui un dovere spiacevole viene rappresentato come adempiuto, il che permette a chi sogna di illudersi e di continuare a dormire.

2. I sogni quali realizzatori di desideri semplici

Il medesimo principio dinamico opera nei sogni dei bambini piccoli. Vi sono delle realizzazioni di desideri semplici in cui il bambino ottiene nella fantasia ciò che gli è stato negato il giorno precedente. Una bambina di cinque anni chiese ai genitori, come regalo di compleanno, una automobilina a pedale, con la quale aveva visto giocare un'altra bambina. Il giorno del suo compleanno provò una delusione perché ricevette in regalo un triciclo. La mattina dopo entrò nella camera dei suoi genitori, dicendo con aria trionfante: «Ho sognato che avevo una grande automobile e la guidavo da sola per tutta la città». Tutti i sogni, realizzazioni di desideri semplici, hanno la medesima struttura. Espressioni quali: «Nemmeno in sogno mi sarei aspettato che avvenisse una cosa simile», tradiscono la conoscenza intuitiva di questa funzione dei sogni. Il proverbio ungherese la esprime direttamente: « L'oca affamata sogna il granoturco, e il maiale affamato le ghiande». Se tutti i sogni fossero semplici realizzazioni di desideri, non occorrerebbe, per spiegarli, una teoria speciale, e molte menti scientifiche che si vantano della propria esattezza, non avrebbero insistito così a lungo nel dire che i sogni sono privi di ogni significato, e non meritano uno studio psicologico.

3. I sogni degli adulti

I sogni della maggior parte degli adulti non rivelano il proprio significato così facilmente come quelli sopra citati. Sogni di semplice realizzazione di desideri sono comuni soltanto nei bambini; gli adulti esprimono i loro desideri direttamente solo di rado, in circostanze insolite, e soprattutto quando sono angosciati. Se è perduta in un deserto o chiusa in prigione, la vittima può sognare di bere acqua o di fuggire dalla sua cella. Ma la maggior parte dei sogni degli adulti appaiono senza senso né nesso, frammentari; e non solo non danno una diretta soddisfazione a chi sogna, ma causano persino ansietà. Il principio dell'adempimento dei desideri, ovvio nei sogni dei fanciulli, non può venire applicato senz'altro alla maggioranza dei sogni degli adulti. Una volta che Freud ebbe formulato la sua teoria generale che i sogni proteggono il sonno, egli si trovò a dover scegliere tra due conclusioni: o alcuni appagano i desideri, danno soddisfazione, e proteggono il sonno, mentre altri sono riverberi insignificanti nel cervello di impressioni del giorno precedente; oppure tutti i sogni hanno un significato, e anche quelli in apparenza insensati e sconnessi possono venire spiegati psicologicamente. Freud seguì la seconda alternativa; e questa fu la più significativa delle sue conquiste scientifiche ed ebbe per risultato la sua teoria sulla interpretazione dei sogni.

La ragione per cui i sogni degli adulti non sono l'espressione trasparente e diretta di desideri insoddisfatti, è che la maggior parte dei desideri degli adulti, diversamente da quelli dei bambini, sono contrariati non da ostacoli esterni, ma interni. Il bambino piccolo dipende, per il soddisfacimento dei propri desideri e bisogni, quasi completamente dagli adulti, i quali lo aiutano o gli vietano l'appagamento. Quando il fanciullo viene frustrato, egli immagina di realizzare il suo desiderio nella maniera che gli fu negata nella realtà. I desideri latenti nei sogni degli adulti, invece, sono in contrasto con i loro stessi princìpi. L'ostacolo all'adempimento è interno. Per esempio, il desiderio di danneggiare qualcuno verso cui abbiamo degli obblighi di riconoscenza, non può esprimersi semplicemente nel sogno di colpire o di uccidere la persona in questione. Una manifestazione diretta di desideri così strani, causerebbe un grave conflitto, produrrebbe paura e senso di colpa, e desterebbe chi sogna. Il desiderio deve dunque essere mascherato nel sogno, con il sostituire all'oggetto dell'impulso ostile, una persona che il dormiente ha ragione di odiare; oppure mettendo qualcun altro al posto dell'assassino. In tal modo la pulsione inconscia viene espressa, e contemporaneamente si evita il conflitto con la coscienza. Il sogno permette il sonno, trasferendo la pressione di un desiderio inadempiuto a una manifestazione che i princìpi del dormiente possono accettare.

Questa regola esigeva la conferma dei fatti, e doveva escogitarsi un metodo per ricostruire il significato nascosto del sogno.

II. PRINCÌPI PER RICOSTRUIRE IL SIGNIFICATO DI UN SOGNO

Freud fa differenza tra il contenuto manifesto di un sogno (che è l'intreccio del sogno stesso) e il contenuto latente, il quale viene travestito a cagione della sua natura inaccettabile. Egli chiamò il processo per mezzo del quale il contenuto latente del sogno si trasforma nel contenuto manifesto, il «travaglio» del sogno. Il travaglio del sogno è il risultato della censura del superio, che non permette ai desideri avversi di esprimersi liberamente. L'interpretazione deve penetrare la censura e capovolgere il processo. Il travaglio del sogno trasforma il contenuto latente in un contenuto manifesto relativamente accettabile; l'interpretazione ricostruisce il conflitto latente dal contenuto manifesto. La resistenza all'interpretazione analitica dei sogni proviene dalla forza medesima che effettuò il mascheramento. Poiché il desiderio espresso nel sogno è stato respinto dalla personalità cosciente, la spiegazione provoca una violenta protesta.

Tale resistenza spiega perché la maggior parte dei sogni appare insignificante e sconnessa. Freud superò questo fatto usando la tecnica dell'associazione libera, e inventò un modo sia di ricostruire il contenuto latente, sia di spiegarne la deformazione. Chi sogna si associa liberamente a elementi diversi del suo sogno.

Il frammentarsi del contenuto manifesto del sogno nei suoi elementi, è necessario, perché soltanto tutto il sogno nel suo contesto ha un significato inaccettabile: gli elementi in se stessi sono naturalmente innocenti. Durante il processo della loro associazione agli elementi del sogno manifesto, il dormiente arriva agli elementi latenti del sogno. La pressione del desiderio represso penetra attraverso la resistenza indebolita, giacché la censura inconscia durante l'associazione libera non esercita un controllo cosciente sul susseguirsi dei pensieri, e il contenuto mentale represso diventa cosciente. Quando tutti gli elementi del sogno sono stati così illuminati, le associazioni stesse si raccolgono in un insieme pieno di significato. Come nel calcolo, non possono essere dettate regole generali per l'integrazione; o, come non si possono dare norme generali per risolvere un giuoco di parole incrociate, così la riunione delle associazioni ai sogni è creativa, è il risultato di esperienza e di ingegnosità. Nondimeno, una volta che una trovata geniale ci abbia dato la chiave della soluzione, essa può essere accuratamente controllata, quando si sappia abbastanza, specie sullo stato emotivo del dormiente al momento del sogno. L'analisi dilettantesca dei sogni che si fa in società, non ha nulla a che fare con la loro interpretazione scientifica. Questa può essere fatta utilmente solo durante il trattamento psicoanalitico, perché l'analista conosce a fondo la vita emotiva di chi sogna al momento del sogno, e conosce inoltre il suo passato.

Tutto ciò può essere spiegato più concretamente per mezzo di esempi. Prima però, dobbiamo considerare alcuni altri fatti. Freud ben presto osservò che certi elementi del sogno non potevano dar luogo ad associazioni; ed erano simboli comuni di una universale esperienza umana. Alcuni autori — Jung in modo particolare — credevano che questi simboli fossero stati ereditati in un «subcosciente razziale». Freud era in dubbio su tale questione. Io non vedo la necessità di una teoria così improbabile come quella di simboli filogeneticamente predeterminati. La loro universalità può essere spiegata in base a esperienze comuni.

La nozione di simboli universali è stata tratta sia dai sogni di un gran numero di individui, sia dallo studio dei linguaggi e del folklore. Molti dei simboli che appaiono nei sogni, si ritrovano anche nel linguaggio figurato. Un re è un simbolo universale per il padre, nei sogni e nel folklore, e spesso si chiama il re «Padre della patria». I simboli più comuni riguardano i membri della famiglia, e fatti fondamentali della vita quali la nascita, oppure l'atto sessuale, gli organi sessuali e la morte.

Il padre è simboleggiato non soltanto nel re ma anche in un animale, come ad esempio nel totemismo, il quale rappresenta gli antenati della tribù sotto questa forma. La madre è simboleggiata dalla natura, la terra, le acque, tutte le cose insomma che danno vita. Tale simbolo è comune ai sogni e al folklore. La nascita è simboleggiata con sorprendente regolarità dalle acque e da scene di salvataggio di annegati. Nel folklore, la nascita dell'eroe è spesso riferita in tal modo, come ha dimostrato Otto Rank. L'esempio più noto è la leggenda di Mosè, trovato dalla figlia del faraone in un canestro fluttuante sulle acque: un'insinuazione simbolica che si trattava di un suo figlio illegittimo.

La procreazione è simboleggiata in diverse maniere: con l'azione del seminare, dell'arare o del fabbricare. È impossibile dare qui una lista completa di questi simboli, ma dobbiamo dire che il legno è simbolo della madre. Al latino materia corrisponde l'inglese matter, e mater significa «madre»; in spagnolo, madera significa «legno». Vi è qui un rapporto diretto e inconscio tra la madre e la sostanza da cui vengono create le cose.

L'atto sessuale, perché circondato da segretezza e soggetto a repressione, nel sogno Viene generalmente espresso in simboli. Il carattere incestuoso degli impulsi infantili (considerati tabù in tuttele civiltà) è una ragione universale di repressione sessuale. La loro espressione simbolica varia grandemente, ma si basa su poche analogie semplici, quali la penetrazione di oggetti cavi che viaggiano nella stessa direzione con qualcuno. Il tedesco Verkehr significa « traffico» e anche «atto sessuale».

I bambini sono di solito simboleggiati da animali piccoli, come nella parola inglese kids. A cagione dell'ostilità inconscia insita nella rivalità tra fratelli, questi animali simbolici spesso sono voraci e disgustosi, come le cimici e i vermi. Sovente la morte appare sotto il simbolo della partenza.

Conoscere i simboli e i mascheramenti comuni, è come conoscere un linguaggio, e spesso infatti noi ne parliamo come del «linguaggio dei sogni». Nell'interpretazione dei sogni, la tecnica dell'associazione libera, perciò, è aiutata moltissimo dalla conoscenza che l'interprete ha di questo linguaggio. Parleremo in seguito della mentalità caratteristica dei sogni. Qui, presentiamo intanto alcuni esempi, per illustrare in maniera più completa le idee generali or ora esposte.

Primo esempio. Un uomo d'affari tedesco, di mezza età, venne a curarsi per una grave depressione accompagnata da impulsi suicidi. La depressione si era manifestata in lui un anno e mezzo dopo il suo ritorno dal servizio militare, prestato in qualità di ufficiale durante la prima guerra mondiale, quando cioè si era trovato di fronte a responsabilità civili. Nelle prime sedute del trattamento, egli riferì il sogno seguente:

«Sto facendo una passeggiata con un ufficiale dell'esercito russo, e mi accorgo che è lo zar. All'improvviso, appare uno straniero con una spada in mano, e vuole uccidere lo zar. Io voglio intervenire per salvarlo, ma è troppo tardi. Lo zar viene ucciso»

Seguendo la tecnica dell'interpretazione dei sogni descritta poco fa, io separai il sogno nelle sue varie parti e mi chiesi quali associazioni si sarebbero potute trovare per ciascuna di esse.

Il paziente associava lo zar al fatto che in Russia egli viene chiamato «piccolo padre». Egli, nel sogno, connetteva l'ufficiale con una delle sue esperienze di guerra. Durante una sosta nelle operazioni, le forze nemiche si erano messe d'accordo per non tirare le une sulle altre dalle trincee che erano molto ravvicinate. I soldati nemici potevano vedersi, parlarsi, e persino riconoscersi di nome e di vista. In una certa occasione, il paziente violò l'accordo; ciò che gli apparve «strano», giacché nella vita normale egli «non avrebbe ammazzato una mosca». Giustificava la propria crudeltà, dicendo che i russi erano pronti a uccidere le vedove e i bambini dei loro nemici.

Quando gli fu chiesto che cosa gli suggeriva la parola «straniero», esitò. Non gli veniva in mente nulla, ed egli affermò - con aria annoiata - che non sapeva chi fosse quello straniero.

Gli fu detto che lo straniero probabilmente significava la parte «strana» della sua stessa personalità; quella che aveva ucciso. Gli fu fatto notare che usava la parola «strano» per dire come era « estraneo» al suo carattere, naturalmente dolce, sparare sui russi. Il paziente protestò energicamente, e disse: «Come poteva trattarsi di me, se nel sogno io cercavo di salvare lo zar?». Gli fu allora spiegato che l'autore del sogno era lui stesso e avrebbe potuto perciò salvare lo zar, se lo avesse voluto. Sul piano intellettuale, il punto così venne chiarito, e in seguito il paziente ricordò di aver avuto dei sentimenti di ostilità verso il padre.

In questo sogno si vedono chiaramente parecchi meccanismi. Rappresentando in uno straniero una parte della propria personalità, il paziente utilizzava il meccanismo della «proiezione». Ciò era possibile, perché le azioni ostili erano veramente estranee al suo io, ed erano represse. La sua vera personalità era gentile e moderata. Egli sostituiva al padre lo zar, perché il re simboleggia di solito il padre. Il sogno era agitato dai sentimenti ostili suscitati dall'analisi. Egli trasferiva all'analista i medesimi sentimenti ambivalenti che aveva provato per il padre. Ciò ravvivava la sua ostilità infantile. Il sogno era una manifestazione coperta di ostilità contro persone autorevoli, una formula trovata nella infanzia. Se il tipo della reazione non fosse già stato formato, egli non avrebbe reagito all'analista con tanta ostilità. Nel sogno, egli cercava di salvare la propria vittima, ma questo era chiaramente un gesto ipocrita. Può considerarsi un esempio di sovracompensa zione. Invece di ucciderlo, egli cercava di salvare lo zar.

Questo sogno esprime ostilità verso personaggi autorevoli, precipitata dalla cura in atto, la quale era una ripetizione del rapporto iniziale figliopadre, che il paziente non aveva mai superato del tutto. Tornando dal servizio militare, ove il suo bisogno di dipendenza era stato appagato, egli doveva di nuovo assumersi la responsabilità di provvedere a sé e alla sua famiglia. Non vi era preparato, e così si rifece ai primi desideri di dipendenza. Nell'infanzia, il padre si era intromesso tra lui e la madre, la quale lo aveva un po' viziato. Col suo atteggiamento regressivo, egli reagiva a ogni autorità, come nel passato aveva reagito al padre; e all'inizio della cura, reagì emotivamente all'analista, come se quest'ultimo fosse il suo severo padre.

Secondo esempio. Un giovane uomo di affari sposato, durante la prima fase del trattamento analitico, ci raccontò il sogno seguente:

«Egli stava in piedi su un balcone, insieme alla moglie del suo fratello maggiore. Vi era accanto un altro balcone, appartenente all'appartamento vicino, e ambedue gli appartamenti erano situati a un piano elevato della casa. All'improvviso, la cognata saltò dal balcone in quello adiacente, e lo incitò a seguirla; ma egli aveva paura di saltare».

Per associazione di idee, il paziente disse subito che aveva trascorso la sera precedente con la cognata. Avevano pranzato a casa di lei, da soli, perché il marito aveva una riunione importante. Questo fratello maggiore, nella vita del paziente, aveva tenuto un ruolo semipaterno; il padre era morto quando il paziente aveva tre anni, e il fratello ne aveva quattordici più di lui. Il fratello era adesso un uomo di affari molto autorevole, e aveva aiutato il fratello minore sia dal lato finanziario che da quello morale.

Al tempo del sogno, il paziente possedeva una elegante merceria, finanziata dal fratello. La cognata era sua socia, e la sera precedente avevano parlato insieme di affari. Raccontando il sogno, il paziente disse che per lungo tempo aveva provato una vaga attrazione verso la cognata, e la sera prima gli era parso che ella sarebbe stata disposta ad accettare le sue avances. Infatti, ella gli aveva detto in modo provocatorio che, se avesse trovato il suo uomo, non si sarebbe fatta scrupolo di stabilire con lui un rapporto extraconiugale. Il paziente, riferendo questo episodio, osservò che egli era troppo affezionato al fratello per cedere a una simile tentazione.

Messo in rapporto a questa situazione, il sogno divenne comprensibile, se ricordiamo che in tedesco (l'analisi aveva luogo in Germania) Seitensprung significa «salto di lato», ma è anche una espressione familiare per indicare una relazione extraconiugale, equivalente alla espressione dialettale «scantonare». Nel sogno viene adoperato lo stesso simbolo per esprimere l'idea del rapporto extraconiugale. Tuttavia nel sogno, come nella realtà, il paziente non aveva il coraggio di aderire all'invito della cognata. Poiché il suo desiderio non era inconscio, l'emozione repressa non era per lui l'attrazione sessuale, ma il fatto che non osava cedervi. Egli assicurò che la sua esitazione era di ordine morale; ma aveva veramente paura. Ciò fu confermato dalle cose che vennero in luce dopo che il sogno fu spiegato completamente. Il paziente ammise che quando egli aveva esaminato il suo rapporto con la cognata, la sua prima reazione era stata la paura che suo fratello gli togliesse di mano quel commercio, lasciandolo senza possibilità di sostentamento. Il suo conflitto principale era, in realtà, la lotta contro la dipendenza dal fratello e il proprio senso di insicurezza. Il suo atteggiamento era inevitabilmente ambivalente. Per vincere la vergogna della sua dipendenza, egli sentiva la necessità di entrare in gara col fratello, il che però non osava esprimere apertamente. Nel sogno, il fatto che i due balconi fossero a un piano elevato, esprimeva simbolicamente il pericolo di cadere in relazioni sessuali con la cognata.

In questo sogno, possono osservarsi altri meccanismi tipici. L'azione di saltare da un balcone all'altro, attua un modo di parlare; espediente, questo, comune nei sogni. Freud bene a proposito paragonò il rapporto che intercorre tra i processi mentali nel sogno o nella veglia, con quello tra la scrittura ideografica e quella alfabetica. Nei sogni le idee astratte vengono rese in maniera concreta, secondo il linguaggio figurativo. Per esempio in inglese il parvenu si chiama upstart (salito in alto). Nei sogni il desiderio di elevarsi nella scala sociale può essere simboleggiato col salire una scala o scalare una montagna. Noi parliamo di ascese sociali, ma non pensiamo all'atto fisico dell'arrampicamento. Nei sogni, però, i riferimenti a idee astratte sono di sojito espressi in una forma primitiva concreta. Il paziente manifestò la sua paura di perdere la sicurezza economica, mediante il pericolo di cadere dall'alto. L'idea che un intrigo con la cognata poteva significare la sua «caduta», è adombrata, nel sogno, dall'azione di saltare da un balcone all'altro, esponendosi al pericolo di una caduta fisica.

III. MECCANISMI DEL SOGNO

1. Condensazione

Il contenuto manifesto del sogno è la compressione dei suoi elementi latenti repressi. Questa concisione è, di per sé, un efficace travestimento, e viene raggiunta con tecniche diverse. Alcune parti del contenuto latente vengono omesse, o ne appaiono, nel sogno, solo frammenti di scarsa importanza. Attraverso «un trasferimento dell'entusiasmo» le varie parti, però, si sintetizzano in un'unica immagine. La caratteristica più importante della condensazione consiste nel fondere molti elementi latenti a denominatore comune, in un solo concetto o quadro. Un buon esempio di condensazione lo abbiamo nel seguente sogno di un uomo di affari trentaseienne, il più giovane di cinque fratelli:

«Nella casa dei miei genitori, nella stanza di soggiorno vi è un oggetto speciale. Non posso capire che cosa sia. Sembra una stufa, un misto di mattonelle e radiatori. Essa è un dono collettivo che io e i miei fratelli abbiamo fatto alla mamma».

Dalle sue associazioni, seppi che pochi giorni prima era stato il compleanno della madre. Il paziente non viveva con i genitori, e aveva mandato dei denari a uno dei fratelli, perché comprasse un regalo a nome suo. Egli associò immediatamente le mattonelle al fatto che certi suoi amici avevano guadagnato recentemente una grossa somma in una transazione, vendendo laterizi. Associò i radiatori al fatto che suo padre aveva da poco costruito una casa e non vi aveva messo dei radiatori, ma un altro tipo di caloriferi inefficienti e a buon mercato. La madre aveva molto criticato la spilorceria del padre.

Dal materiale preventivamente raccolto, io ero a conoscenza dei seguenti fatti importanti: il paziente era il più giovane di cinque fratelli. Egli era considerato dalla famiglia un mediocre uomo di affari, ed era il solo dei fratelli a non far parte della società diretta dal padre. Lavorava per conto suo con scarso successo. Aveva sposato una divorziata, exmoglie di un uomo ricchissimo, e teneva molto a circondare sua moglie di quel lusso di cui ella aveva goduto prima. Il paziente era molto avvilito dal fatto che la famiglia non aveva alcuna fiducia nelle sue capacità, e dalla sua esclusione dalla ditta paterna. I suoi sentimenti di invidiosa emulazione verso i fratelli, però, erano stati completamente repressi e potevano essere ricostruiti soltanto dai sintomi di cui soffriva, e dai sogni.

Il contenuto latente del sogno potè essere ricostruito mettendolo in relazione alla storia della sua vita; in poche parole, è questo: «Io voglio vincere mio padre nel cuore di mia madre, e così le regalerò quel radiatore che non le ha regalato lui. Voglio riuscire bene negli affari quanto i miei fratelli, i quali recentemente hanno fatto tanti denari vendendo laterizi». Di quest'idea vi è solo un'allusione indiretta nelle mattonelle del sogno. La rivalità, col padre per l'affetto della madre e l'invidia per gli amici più fortunati in affari, sono condensati nel dono alla madre, in cui radiatore e laterizi si trovano riuniti. Facendo il regalo insieme ai fratelli, egli nega il suo desiderio di superarli. In realtà, il regalo da fare alla madre lo imbarazzava molto; poiché egli voleva e nello stesso tempo non voleva mettersi in gara con i suoi fratelli. Perciò inviò il denaro e pregò i fratelli di comprare un regalo a nome suo. La rivalità con i fratelli era abbastanza forte per dover essere repressa. Nel sogno egli esprimeva apertamente il desiderio di competere col padre, regalando alla madre un radiatore, ma negava la sua volontà di competere con i fratelli, unendosi a loro nel dono da fare in comune alla madre.

Tutti questi desideri di rivaleggiare con il padre e con i fratelli, col primo marito della moglie e con gli amici più fortunati di lui in affari, sono condensati, nel sogno, nella combinazione mattonelleradiatore.

2. Allusione

Nei sogni, dettagli apparentemente trascurabili spesso esprimono una coperta allusione personale. «Politica parapioggia» significa garanzia di pace, perché allude all'ombrello di Chamberlain. Freud chiamò questa forma di allusione «pars pro toto».

Invece di una persona o di un'azione intera, il sogno manifesto contiene soltanto frammenti.\.L'allusione, tuttavia, può essere più comprensiva e contenere qualsiasi riferimento segreto, come accade nel discorso comune.

3. La sequenza temporale sostituisce la causalità

La sequenza temporale nei sogni spesso rimpiazza la causalità. Due avvenimenti che accadono successivamente, nel sogno possono indicare un nesso causale fra di loro. Qui, di nuovo, i sogni rivelano una primitiva forma di pensiero.

Uno studente universitario di ventitré anni, sotto analisi, stava cercando di spiegare la sua attitudine competitiva verso il padre e i sentimenti di colpevolezza che l'accompagnavano. Egli sognò di essere al posto del generale Eisenhower e di indossare la sua uniforme. Doveva andare in qualche luogo in aereoplano e doveva cambiarsi gli abiti. Li cercava, ma non riusciva a trovarli, non poteva attaccarvi le medaglie né i bottoni, e cosi perse l'ae reoplano. Il sogno significava che egli si sentiva colpevole di voler usurpare il posto del generale Eisenhower (cioè suo padre) e così non poteva trovare i suoi vestiti, né attaccarvi le medaglie e i bottoni, né prendere l'aereoplano. Tutto diventa chiaro se noi interpoliamo tra la prima e la seconda parte del sogno, la parola «perché». «Io non riesco, perché voglio rimpiazzare mio padre.»

D'altra parte, in alcuni sogni gli episodi posteriori spiegano quelli anteriori.

Una donna di ventisei anni con forti tendenze virili, stava lottando, sotto l'analisi, contro la propria ostilità verso i genitori. Ella detestava il padre perché era freddo, e la madre perché autoritaria. Nel sogno, entrava in un negozio per comprare un cappello. Teneva in mano il proprio cappello vecchio e ne esaminava la resistenza. Dal cappello scivolò fuori un piccolo portafoglio. Ella decise di non comprare un cappello nuovo, ma di tenersi quello vecchio. La scena allora cambiava e la ragazza lasciava il negozio, rincasando in macchina con il padre. Un uomo, noto in città sotto il nome di F. X., possedeva una casa con un enorme camino che emetteva faville le quali avevano dato luogo a numerosi incendi.

La paziente associava al suo vecchio cappello il soddisfacimento del suo «genere di femminilità». Il camino le appariva come un simbolo sessuale. F. X. è una persona vera che aveva trattato male sua figlia, né l'aveva mai aiutata, e aveva sempre preso le parti della crudele matrigna. Tale situazione creava un parallelo con l'atmosfera di famiglia della paziente. Ulteriori associazioni rivelarono che ella tendeva a spillar denari al padre, il quale pagava per il trattamento analitico. Gli altri dettagli del sogno sono insignificanti, ma questi due frammenti risultano chiari se interpoliamo tra le prime e le seconde scene la parola «poiché». «Poiché mio padre mi ha sempre trattato male, come F. X. ha trattato male sua figlia, e poiché la virilità (l'enorme camino) accende pericolose fiamme di passione, io preferisco la mia femminilità (il vecchio cappello) che include un forte elemento di virilità (la rigidità). Restando così, ci guadagno (il portafoglio), perché mio padre dovrà mantenermi e continuare a pagare per la mia cura.»

4. Rappresentazione mediante opposti

Spesso nei sogni una persona o un'azione sono mascherati dai loro opposti. Le figure dei genitori, per esempio, nei sogni sessuali spesso sono rappresentate da stranieri o da persona di razza completamente diversa, come, per esempio, un cinese. Nessuno può essere più diverso dai propri genitori che uno straniero di un'altra razza. La rappresentazione mediante opposti è analoga alla sovracompensazione. Nel sogno dell'assassinio dello zar, il dormiente cercava di salvare lo zar. Salvare invece di uccidere è presentare un'azione mediante il suo opposto. Una persona molto alta può apparire, in un sogno, piccolissima; una grassa, magra; una bruna, bionda.

5. Rappresentazione figurativa, personificazione, e altri processi mentali regressivi

I processi mentali dei sogni in genere sono primitivi. Abbiamo già visto che le astrazioni vengono espresse per mezzo di figurazioni concrete. La logica della mente spesso è sostituita da quella che possiamo chiamare una logica primitiva delle emozioni. A causa della loro natura primitiva, i sogni forniscono un'occasione eccellente per studiare la mentalità infantile. Freud insiste nell'af fermare che anche i postulati logici elementari, quali ad esempio quello che una cosa non può essere contemporaneamente in due luoghi diversi, non vengono rispettati nei sogni. Colui che sogna può apparire di persona, oppure certe sue caratteristiche possono essere personificate in altri individui o anche in animali. L'inseguire bestie, spesso significa tendenze ostili e proiettate del dormiente, le quali creano ansietà, e a cui egli cerca di sfuggire. Personificare in esseri viventi tendenze e desideri, corrisponde al ruolo che tenevano gli animali nel pensiero primitivo.

IV. IL DINAMISMO DEI SOGNI

I sogni possono essere meglio intesi, quale risultato di due forze opposte: l'impulso a esprimere un desiderio o ad alleviare una tensione, e la tendenza opposta a respingere quel desiderio. Un attento esame di un sogno nella sua totalità, spesso rivela come il desiderio represso comincia a nascere e ad affermarsi, ma incontra opposizione e ansietà; e cerca allora di evitare quell'opposizione con trucchi e travestimenti. Presto, però, trova sulla sua strada nuovi ostacoli a cui tenta sfuggire, proprio come l'acqua che scende giù dal fianco di una collina volge in una direzione per evitare una roccia, e subito dopo deve incanalarsi diversamente per sfuggire a un nuovo ostacolo. Esistono numerosi metodi di evasione nel sogno; dal semplice mascheramento sino a complicati compromessi con le forze repressive. Quando il travestimento, dovuto a una concessione fatta alle forze repressive, diventa troppo complesso e, per soddisfare un desiderio represso sacrifica troppo del suo valore, quel soddisfacimento richiede una manifestazione più aperta. Se però quest'ultima diventa troppo aperta, allora è necessario un mascheramento più efficace. Ciò si vede bene nel sogno dell'assassinio dello zar; sogno che comincia col rappresentare cautamente la vittima come un ufficiale di alto rango. Siccome questa non è un'allusione abbastanza chiara al padre, l'ufficiale si cambiò nello zar. La rappresentazione risulta allora sufficientemente chiara, ma chi sogna non deve commettere lui il delitto, e perciò impersona nello straniero il suo impulso delittuoso.

Il compromesso tra l'appagamento di un desiderio colpevole e il senso di colpa da esso suscitato, viene illustrato da un altro sogno dello stesso uomo di affari che ci riferì quello del radiatore. Per comprendere questo sogno, bisogna conoscere altri due episodi della sua Vita. Egli era il più giovane di cinque fratelli; era piccolo di statura, ma era il più alto dei maschi della famiglia. Il suo più importante sintomo neurotfco consisteva in una estrema timidezza che diventava assolutamente intollerabile quando si trovava in presenza di uomini alti. Durante una seduta analitica, egli raccontò il sogno seguente:

«La famiglia è tutta riunita, e un uomo piccolo che indossa degli stivali molto alti — forse un clown — sta eseguendo una danza comicissima.»

Egli associava al clown la sua imitazione di una danza simile, che aveva visto la sera prima in un cabaret, insieme ad alcuni amici. Aveva fatto molto bene quell'imitazione riportando un vero successo. Da principio non poteva associare nulla con gli alti stivali di quel tipo durante la guerra. Non erano affatto comodi e li aveva regalati. All'improvviso, senza alcun nesso apparente, gli tornò in mente un episodio della sua infanzia. Aveva sei anni, e stava giocando nel bosco con suo padre. A un certo punto, decisero di fare una gara di corsa. Il padre era un uomo piccolo e grasso, ma pure correva più velocemente che non il suo bambino di sei anni. Il paziente ricordava di essersi arrabbiato moltissimo perché suo padre aveva vinto la corsa. Il legame inconscio tra questo ricordo dimenticato e gli alti stivali, è la favola ben nota degli stivali delle sette leghe, che permettevano a chi li portava di fare passi lunghi sette leghe. Nel sogno, il paziente aveva ai piedi quegli stivali e dopo trent'anni — un po' in ritardo — si rendeva conto del suo desiderio infantile di correre più velocemente del padre.

Poiché la sua era quasi una famiglia di nani ed il paziente era il più alto, in realtà egli era riuscito a superare in altezza il padre e i fratelli. Per un tiro tragicomico del destino, la sua maggiore statura, per cui aveva vinto la battaglia edipica, era diventata nella vita il suo punto più debole, poiché in lui timidezza e vergogna si accentuavano specie alla presenza di uomini alti. Egli, in relazione al suo sogno, ricordava che la sera prima era stato con sua moglie in un ristorante e nella tavola accanto alla sua aveva visto molti uomini belli e alti, che aveva invidiato più che mai. Nelle associazioni successive, si rese pienamente conto che il proprio senso di inferiorità si basava, in parte, sulle sue piccole dimensioni. Aveva sempre vagamente avvertito un nesso esistente tra la sua statura e la sua timidezza, ma adesso ne divenne del tutto conscio.

Nel sogno, egli realizzava il suo desiderio infantile di correre più velocemente del padre e di essere più alto di lui, ma gli stivaloni — simbolo insieme della sua ambizione e del desiderio di avere un pene più grosso — erano la causa della comicità, impersonata nel sogno dal clown, e cioè da se stesso. Gli stivaloni simboleggiavano velocità, altezza, e un pene grosso; ma anche una sanzione per questi desideri aggravati dal senso della colpa edipica. Che gli stivaloni significassero punizione, lo dimostrava l'impressione buffa che faceva il piccolo uomo calzandoli.

Come prima cosa gli stivali gliene ricordarono un paio che aveva avuto durante la guerra e che erano stati per lui solo un impaccio. Questo sogno somiglia alla favola nella quale il bambino invidioso è punito per la sua invidia con l'appendice di un lungo e brutto naso. Il significato simbolico di questa favola è trasparente. Il lungo naso significa il grosso pene che il bambino invidia e che gli è dato invece quale punizione. Il desiderio del paziente di rivaleggiare col padre, era pure stato appagato: egli era il più alto di tutti i componenti maschi della famiglia, e nel sogno portava gli stivali delle sette leghe. La sua statura fisica, però, era diventata il nucleo di una timidezza neurotica. La coscienza la puniva proprio in ciò che era riuscito a ottenere. Sebbene egli fosse il più alto della famiglia, risentiva delle sue piccole dimensioni in confronto ad altri uomini. Il compromesso risiede nel fatto che, nel sogno, egli realizzava il suo più caro desiderio, e cioè far colpo sulla famiglia, che lo considerava come il membro meno stimabile, ma poteva farlo soltanto per mezzo di una danza comica da clown, appagando cosi il suo bisogno di punizione e di esibizione.

L'oscillamento tra desiderio e repressione può esser ancor meglio osservato in sogni a coppia e a serie, che avvengono durante la medesima notte Il nesso tra tali sogni a coppia è strettissimo. Per esempio, uno esprime un atto proibito, nascondendo la persona, ma mostrando apertamente l'atto; il secondo maschera l'atto, e rivela la persona. Insieme, esprimono in modo completo il desiderio represso. Un esempio tipico è la coppia «Vado in macchina con la mamma», «Sto compiendo, l'atto sessuale con una donna sconosciuta».

Il desiderio incestuoso è espresso dalla combinazione dei due sogni, pur rimanendo ciascuno di essi incensurabile.

In un sogno a coppia, il primo dei due rende spesso possibile l'altro, eliminando il senso di colpa: «Chiedo a qualcuno di darmi un giornale. Egli mi insulta e me lo rifiuta», «Una persona mi cambia un biglietto di banca di grosso taglio. Mi dà il denaro, ma io non gli dò il biglietto che voglio cambiare in biglietti più piccoli».

Il giorno precedente a questo sogno, il paziente mi aveva chiesto di permettergli di leggere il giornale posato sulla mia scrivania. Io avevo rifiutato. Il secondo sogno si riferiva a un altro episodio. Egli non aveva pagato interamente il suo ultimo conto e mi doveva una parte dei miei onorari. Il sogno esprimeva il suo desiderio di non pagare il conto ed egli lo giustificava col mio rifiuto del giornale, servendosi di questo episodio insignificante per scusare, nel sogno, il suo desiderio di non pagare la mia nota.

Il secondo sogno, talvolta, attenua il senso di colpa risvegliato dal primo sogno, nel quale è stato consentito un appagamento troppo chiaro di un desiderio proibito. Un uomo di intelligenza brillante fu affascinato dalla psicoanalisi e in breve tempo si rese padrone dei fondamenti della teoria psicoanalitica. Egli accarezzò l'idea di divenire uno psicoanalista, una volta terminata la sua cura; il che, come bene si sa, non è cosa eccezionale. La sua identificazione con l'analista ripeteva la identificazione infantile con il padre. Prima del sogno, egli aveva discusso circa le basi emotive del suo progetto di diventare un analista. A questo proposito, raccontò la seguente coppia di sogni:

«Mio fratello ha rubato alcuni brevetti e con essi ha fatto molto denaro». Questo era soltanto un frammento di un sogno lungo e complicato che egli aveva dimenticato quasi completamente. Il secondo sogno, fatto nella medesima notte, era «Io ho una dentiera, una specie di mascella artificiale, che è caduta dalla mia bocca».

Egli riferiva ai brevetti il fatto che suo fratello di recente era stato molto preso dallo sfruttamento di diversi brevetti. Pochi giorni prima, un giovane medico ungherese aveva telefonato al fratello e gli aveva offerto alcune nuove invenzioni. Il paziente allora si mise a descrivere il medico ungherese. Suo fratello era stato molto colpito da quel giovane, il quale, per lo innanzi, era stato dentista ma aveva anche un vero genio per le invenzioni tecniche. Aveva già preso un certo numero di brevetti, una parte dei quali avevano avuto molto successo; e aveva anche inventato un nuovo amalgama metallico per le otturazioni.

Tali riferimenti bastano a spiegare il primo sogno. Il paziente attribuiva al fratello il suo proprio impulso a rubare qualche cosa al medico ungherese — che ero io — poiché egli sapeva della mia origine ungherese. Quel che voleva rubarmi in realtà non era un brevetto, ma la scienza psicoanalitica e la mia posizione professionale. Il suo desiderio di diventare un analista esprimeva quello di prendere il mio posto. Era facile per lui sostituire la psicoanalisi con un brevetto per una dentiera, perché il medico ungherese con cui aveva trattato il fratello, era un dentista. I due sogni assumevano un significato, solo se presi nel loro complesso:

«Io voglio rubare un brevetto — e cioè la scienza psicoanalitica al mio analista — ma sarò punito con la perdita della mia dentiera e cioè col perdere i benefici della mia cura». Egli spesso paragonava la psicoanalisi a una specie di protesi, di cui soltanto i neuropatici hanno bisogno.

Il pieno ed esatto significato di questi sogni può essere compreso solo in rapporto alle anteriori sedute analitiche. Il sogno è una risposta alla mia precedente interpretazione del suo desiderio di diventare un analista; interpretazione che gli era sembrata un'accusa. Le mie parole, in conclusione dicevano: «Voi volete divenire un analista, perché mi invidiate e vorreste avere la mia posizione». Nel sogno, egli risponde: «Non è vero. Io non voglio rubarvi nulla: è mio fratello che vuole rubare qualche cosa a un medico ungherese. Inoltre, perché dovrei invidiare il vostro sapere e la vostra abilità scientifica, se la dentiera che mi avete messo in bocca, e cioè'il trattamento analitico, non è buona e non ha alcun valore? Guardate, è caduta di nuovo.» Questa coppia di sogni può considerarsi come un dialogo tra l'inconscio del paziente e il suo analista. Il primo sogno esprime il desiderio di usurpare la posizione dell'analista; il secondo calma la sua coscienza, agitata dal primo sogno.

Ê da notare che la proiezione fatta dal paziente nel fratello del proprio desiderio di rubare, non bastò ad attenuare il suo senso di colpa. Il bisogno della punizione rimase, insieme al desiderio di deprezzare ogni aiuto datogli dall'analista.

Ogni sogno può essere considerato un tentativo di appagare i propri desideri, in conformità di certi criteri morali e di condizioni esterne. E questa può chiamarsi la funzione risolutiva dei problemi del sogno. L'affermazione di Freud che i processi inconsci possono essere altamente complessi, trova conferma nel fatto che i sogni possono offrire la soluzione di difficili problemi intellet tuali. Spesso problemi scacchistici o matematici sono stati risolti nel sonno. La persona, dopo essersi applicata assiduamente ' alla risoluzione di un problema, va a dormire, e si sveglia con la solu zione chiara nella sua mente. Il fatto che nei sogni si possono risolvere complessi problemi intellettuali, sembra contraddire la teoria che il sogno rappresenta un meno preciso e più primitivo tipo di processo psicologico, che non il ragionamento fatto in stato di veglia. Il processo mediante il quale vengono risolti i problemi in sogno, è identico, perciò, a quel fenomeno che avviene in stato di veglia e che si chiama «intuizione».

L'intuizione risolve i problemi senza passare per i vari gradi successivi. Essa ha destato l'interesse di molti psicologi, tra cui Bernard Alexander, le cui vedute collimano con la teoria psicoanalitica. Egli ritenne l'intuizione una forma nonverbale di pensiero. Anche Freud definì il pensiero conscio come il vincolo tra «la nozione delle cose» e le parole. Il pensiero chiaramente formulato si basa su generalizzazioni che vengono fissate quali categorie. Lo stesso nome viene dato a oggetti simili. Una volta dato un nome a un oggetto, è difficile includerne altri nella medesima categoria, o meglio, scoprire similarità tra oggetti apparentemente difformi. L'intuizione ci riporta all'epoca in cui gli gli oggetti possono essere messi in rapporto tra di loro, con spontaneità e freschezza. Le parole danno precisione al nostro pensiero, ma possono impedire la scoperta di nuovi rapporti. Il pensiero intuitivo o preverbale, perciò, è utile a scoprire nessi nuovi, mentre il pensiero verbale è più definito e preciso. I sogni avvengono nel piano preverbale, e non deve stupirci che in essi possano stabilirsi nuove correlazioni intuitive. Uno dei migliori esempi è la scoperta di Kekule dell'anello di carbonio, fatta durante il sonno. Egli si era assopito, mentre lavorava a uno studio sui composti organici; e nel sogno, gli atomi che da principio gli turbinavano caoticamente davanti agli occhi, presero forma e si mossero come un serpente. Infine, il serpente — composto da un gruppo di atomi — si morse la coda. Kekule si svegliò avendo scoperto l'anello di carbonio.

Tuttavia, di solito, il problema di chi sogna non è di natura intellettuale, ma è il desiderio di realizzare i propri desideri senza che avvengano conflitti interni. Tutti i meccanismi di difesa già descritti possono venire usati a questo scopo: proiezioni di desideri repressi in altre persone (il sogno del brevetto rubato), giustificazione di un desiderio represso mediante la sofferenza (il sogno del giornale), dislocazione (uccidere lo zar invece del padre), e molti altri metodi di rivincita. Questa funzione risolutrice dei problemi del sogno, si osserva meglio durante il trattamento analitico. L'interpretazione dell'analista rivela o distrugge le difese, e chi sogna è forzato a trovare nuovi metodi per risolvere il conflitto tra i propri criteri e i propri impulsi avversi. French, nel suo studio sulle sequenze dei sogni durante la cura, ha ben descritto tale funzione.

V. SOGNI DI CONTENUTO SGRADEVOLE

I sogni penosi, da cui il dormiente può destarsi in preda alla paura, non rientrano apparentemente nella teoria del sognorealizzazione dei desideri. Nondimeno, dobbiamo ricordare che un sogno è un tentativo di alleviare con il minimo di conflitto possibile la tensione causata dalla repressione; e che il travaglio del sogno non sempre riesce a mascherare in maniera valida il contenuto reprensibile. Un'azione può venire compiuta in sogno senza un sufficiente mascheramento, e ciò porta il dormiente a svegliarsi terrorizzato. In casi simili, il sogno non riesce a raggiungere il suo scopo. La pressione del desiderio represso può essere stata così forte che le forze inibitrici non sono state capaci di resistere e di disciplinarla.

Tuttavia, la maggior parte dei sogni spiacevoli non è di questo tipo. Sono sogni non causati da un desiderio represso, ma da una coscienza colpevole. Tutti sanno che una persona colpevole non può dormire tranquilla, e ci riferiamo a quelli che di solito dormono «come un bambino». Una persona la cui coscienza è stata agitata durante il giorno, va a dormire preoccupata, e si aspetta che gli avvenga da un momento all'altro una disgrazia: ciò che è un segno comune di uno stato d'animo colpevole. Come abbiamo visto, il metodo generale per liberarsi dal senso di colpa, è soffrire.

Nei sogni sgradevoli, il paziente soddisfa le esigenze della propria coscienza colpevole, immaginando un qualche genere di sofferenza. Lo scopo del sogno è quello di proteggere il sonno da stimoli troppo intensi; e l'autopunizione è ridotta perciò al minimo. La sanzione che, nell'inconscio, è di solito la paura della castrazione e i suoi derivati, è mascherata, e sostituita da esperienze meno paurose. In tal modo, il sogno, sebbene ancora spiacevole, soddisfa le esigenze della coscienza e permette alla persona di dormire. Se la punizione non è abbastanza travestita, il dormiente si desta in preda al terrore. Citeremo degli esempi di sogni autopunitivi, riusciti e non riusciti.

Primo esempio. Un giovane puritano, sposato, durante l'analisi si rese conto di essere attirato da relazioni extraconiugali. Dopo il matrimonio, egli aveva creduto che nessuna donna esistesse al mondo per lui alPinfuori della moglie. Negava ogni possibilità di desideri extraconiugali e ripeteva di essere perfettamente felice con la moglie. Una notte sognò di essere un bambinetto, e si vide, insieme a una bambina della medesima età, in procinto di andare a letto. Egli credeva che il letto fosse lo stesso in cui dormiva da bambino. Nel letto era già coricato un uomo. «Quando io misi il piede destro sul letto, l'uomo indicò i miei piedi sudici, e io mi vergognai di non essermi lavato. Il mio piede aveva la forma che ha ora, piuttosto che quella del piede di un bambino piccolo.»

Egli da principio pensò a un avviso pubblicitario per la cura dei calli, che mostrava un piede con delle lampadine elettriche sulle dita per rappresentare i calli. Una mano indicava uno di essi. Aveva visto quell'avviso pubblicitario per la strada, il giorno prima del sogno. La bambina gli ricordava una cuginetta della quale era stato innamorato da bambino. Si erano baciati e abbracciati, e una volta si erano reciprocamente mostrati il proprio sesso. Un'altra bambina stava di guardia, per avvertirli, qualora si avvicinasse qualcuno. Questo sogno avvenne quando il paziente aveva già cominciato ad avvertire impulsi extraconiugali, sino allora repressi. Quegli impulsi avevano quasi fatto affiorare la paura alla coscienza. Egli ricordava anche che la notte precedente, mentre rincasava a tarda ora, era stato avvicinato da prostitute. Passava quasi tutte le sere per quella strada, ma questa era la prima volta che una prostituta gli si era accostata. È facile comprendere che ciò era avvenuto perché per la prima volta egli aveva guardato quelle donne, incoraggiandole in tal modo ad av vicinarglisi. Nel sogno, sostituiva i suoi attuali impulsi con altri più antichi. La sera prima era andato a letto in uno stato simile a quello in cui era stato nell'infanzia dopo la sua prima esperienza sessuale con la cugina; ciò che aveva suscitato in lui un senso di colpa. Egli sostituiva al conflitto presente quello passato.

Il secondo scopo del sogno era quello di rimpiazzare la minaccia di una sanzione sconosciuta ma severa con una inezia. L'uomo sul letto indicava i suoi piedi sudici, ed egli aveva vergogna di non essersi lavato. Nel sogno, stava sul punto di commettere un atto sessuale proibito con la bambina; pure non veniva rimproverato per questo, ma per una colpa molto minore. Le dita delle estremità, qui, sono i simboli dei genitali, e il dito dell'uomo minaccia la castrazione. Benché tale sogno fosse molto spiacevole e fosse accompagnato da fimore e da vergogna, esso salvaguardò il dormiente da un terrore molto più grande. Il sudiciume si riferiva alle idee sessuali, come quelle della prostituzione ecc. La sanzione è diretta contro le dita, organi meno vitali del pene, e il delitto si riduce al fatto di avere i piedi sudici. In effetti, è stato concluso un buon affare: il paziente è stato punito perché ha i piedi sporchi, cosa assai meno grave che non avere rapporti sessuali illeciti.

È chiaro che i sogni con un contenuto spiacevole seguono gli stessi princìpi dinamici dei sogni realizzazione dei desideri. In questi ultimi, un desiderio che turba il sogno, viene ridotto con un appagamento immaginario. Se si tratta di un desiderio proibito dalla coscienza, il sollievo si ottiene sognando di appagarlo in una maniera camuffata. Se il desiderio è contrastato da circostanze esterne, nel sogno si manifesta direttamente. Se la tensione perturbatrice del sonno ha origine in una coscienza colpevole, per alleviarla è necessario il castigo. Sognare un castigo è un tentativo di diminuire la tensione causata da una coscienza colpevole, perché la coscienza può venire acquietata solo con la sofferenza. I popoli primitivi si castigano da sé o sacrificano agli dei molti dei loro beni, ogni volta che si sentono in colpa. È semplicemente umano acquietare la propria coscienza con il minore sacrificio possibile. Il giovane che sognò di avere i piedi sudici, si umiliava di fronte alla propria coscienza, ammettendo di essere sporco: ma questo era un delitto minore e meritava una punizione minore che non il rapporto sessuale extraconiugale.

Secondo esempio. Questo sogno venne raccontato durante il trattamento analitico di un giovane uomo di affari, un ipocondriaco, che aveva perduto il suo denaro durante l'inflazione tedesca, e che al momento del sogno, stava riprendendosi.1 Dopo il suo crollo finanziario, il fratello maggiore lo aveva aiutato, e nelle settimane precedenti il sogno, egli era in lotta con la propria coscienza. Accarezzava l'idea di comprare una nuova automobile, poiché quando aveva perduto il suo denaro, aveva dovuto vendere quella, bellissima, che possedeva. La lotta interna era dovuta al fatto che il fratello gli aveva prestato del denaro per investirlo in affari, e non per comprare un'automobile nuova. Alla fine, comprò una piccola macchina, e progettò di fare un viaggetto con la moglie. La notte precedente il viaggio, ebbe il sogno seguente:

«Io guido la grande automobile bianca che possedevo prima del mio crollo finanziario. Mia moglie è con me: passiamo attraverso la piazza del mercato di una piccola città di provincia, e dobbiamo procedere lentamente. Sento che sulla piazza, la gente parla di me. Mi segnano a dito, dicendo: ' Ecco quel profittatore del signor B. ' Fu una cosa tremenda». Si svegliò in preda all'ansietà, inondato di sudore freddo. La sua prima sensazione fu di intenso sollievo, perché era stato soltanto un sogno. Subito dopo pensò al viaggio che stava per intraprendere, ed espresse la sua gioia, dicendosi: «Come era sciocco quel sogno: domani infatti me ne andrò a fare un viaggetto in ogni modo, e sicuramente nella mia nuova macchinetta.»

In ulteriori associazioni, il paziente descrisse i suoi sentimenti verso il fratello maggiore, e noi riuscimmo a rintracciare le sorgenti più profonde del senso di colpa in rapporto all'automobile. Fu evidente che si trattava di una reazione all'invidia repressa che egli provava per il fratello più fortunato, il quale possedeva una macchina bella e potente. L'automobile era il simbolo di tutto ciò che aveva invidiato al fratello: capacità, denaro, successo con le donne ecc.

Questo sogno è un caso chiarissimo di sogno punitivo, e fu provocato soltanto dai rimproveri della coscienza. Egli si era addormentato con un profondo senso di colpa a proposito dell'escursione che aveva progettato di fare nella sua nuova macchina, la quale era un simbolo dei suoi sentimenti d'invidia verso il fratello. Il sogno servì ad attenuare questo senso di colpa, ponendolo in una situazione penosa. Mentre la tensione dei desideri repressi può venire alleviata mediante una immaginaria realizzazione, le esigenze della coscienza possono essere soddisfatte soltanto dal castigo, dal dolore o dal sacrifìcio. Il sogno regalò al soggetto una coscienza tranquilla. In esso egli rivisse il passato e si vide in una situazione penosa, accusato di essere un profittatore, ciò che irt realtà non era più.

Egli riuscì inoltre a cambiare il suo senso di colpa verso il fratello con la colpa assai più remota di essere stato uno speculatore durante il periodo dell'inflazione, e di aver guadagnato molto denaro con facilità, ma in maniera alquanto discutibile.

Il sogno era un tentativo per liberarsi del senso di colpa nel modo più facile possibile. Egli doveva soffrire, perché la sua coscienza si era destata a cagione dell'acquisto della macchina; ma lo scopo del sogno era quello di ridurre per quanto possibile la necessaria autopunizione. L'influenza del principio del piacere in una tale situazione mentale, deve consistere nel rendere minore un dolore psichico inevitabile. Questo sogno riuscì a riassestare il suo equilibrio mentale turbato, di modo che il giorno dopo egli potè fare la sua gita con coscienza tranquilla, avendone già pagato lo scotto mediante le penose esperienze della notte precedente. È vero che non era riuscito a salvaguardare il suo buon nome.

Tutto ciò culmina nel fatto che una persona, anche nei suoi sogni, non può ignorare quei criteri sociali che fanno ormai parte della sua personalità. Essi rappresentano delle forze dinamiche che, se prendono la forma della colpa, possono diventare stimoli perturbatori del sonno, proprio come i desideri inappagati.

French ha dimostrato che la realtà non può essere del tutto ignorata da chi sogna. La fantasia è libera solo parzialmente, e le sue limitazioni — come in tutte le altre forme di pensiero — sono i fatti concreti e i criteri morali riconosciuti che l'io deve imparare a rispettare durante il suo sviluppo. Il sogno è un processo regressivo, ma non può completamente svincolarsi dagli adattamenti dell'io, che sono divenuti una parte organica della sua natura. Essi consistono nel riconoscimento di ostacoli interni ed esterni, in contrasto con i bisogni e i desideri subiettivi.

Sommario. Un sogno è un tentativo dell'organismo per proteggere il sonno dagli stimoli perturbatori. Tali stimoli sono necessità fisiologiche quali la sete e la fame, o impulsi più complessi che la vita non appaga, o desideri che noi stessi ci proibiamo di realizzare, o doveri sgradevoli che ci pesano sull'animo, o una coscienza colpevole. In tutte queste istanze, i sogni cercano di eliminare la tensione mediante il soddisfacimento immaginario dei bisogni fisiologici o dei desideri contrastati dall'esterno, o negatici da noi stessi, col prospettarci un dovere spiacevole come se lo si fosse adempiuto, o per mezzo della sofferenza e del castigo. Nei sogni di desideri rimossi e di autopunizione ha luogo una vera deformazione. Nei sogni-realizzazione dei desideri dei bambini, l'appagamento immaginario è diretto e naturale.